Una lavagna in scena, uno sgabello, qualche sedia, una donna vestita anni ’50. Ci racconta la storia di una ragazza giovane e piena di sogni, in un mondo vecchio quanto un cartellone pubblicitario ormai sbiadito, diventa poi la docente di un singolare corso di comportamento e buone maniere: il suo è un seminario intensivo (solo per donne) di preparazione al matrimonio dal titolo “Si può far”. Il corso è volto all’istruzione delle giovani aspiranti sposine affinché comprendano e imparino le regole base per poter diventare delle mogli perfette, totalmente al servizio del proprio uomo.
Chi è questa donna? Qual è la sua storia? Cosa si nasconde dietro la maschera di donna perfetta? Crede davvero alle regole che impartisce con tanta dedizione, o è semplicemente vittima di un sistema che la accetta solo perché sottomessa a stereotipi e chili di mascara? E può questa donna, uscita da un’epoca che sembra non appartenerci più, parlare alle donne di tutti i tempi?
"Teoria del Cracker indaga le contraddizioni dell'essere umano, esplorandone legami e separazioni. È la ricerca dell'invisibile.
Un racconto intimo e privato che arriva a sfiorare, a depositarsi – come la polvere presente in scena - sulla storia di ognuno. Un confronto incalzante, serrato, con il dolore e la malattia, che si muove tra le pieghe del testo e, nello stesso tempo, all'interno di un corpo.
La malattia, in particolare, vestita di amianto, detriti industriali, fumo, nuvole tossiche. Perché il nero non passa mai di moda.
Ma Teoria del Cracker è anche un racconto ironico, corale – pur se affidato ad un solo attore in scena – che parla di vita e di poesia, come antidoto e alternativa possibile alle crepe del Presente.
Maria Anna Cecilia Sofia Kalogeropoulos ha 13 anni e imprime su carta questi pensieri di bimba. Li scrive sul libro degli autografi della scuola newyorkese che frequenta.
Il tempo, come succede qualche volta, non le dà ragione. Il nome “Maria” si gonfia e cambia forma, i caratteri diventano dorati e le grazie delle lettere si intrecciano sensuali.
Maria diventa la Callas, la Divina, l’artista più iconica di tutti i tempi.
Memorie, ricordi, epistole, messaggi intriganti, corrispondenze esplosive e palpitanti. Maria lascia tracce, pezzi di sé, punti all’apparenza lontani ma che, se uniti, sono in grado di disegnare un tracciato emotivo, vibrante, naturale.
Collegare le rette del reticolo è il mio tributo. Raccontare, tramite la mia interpretazione, il suo respiro è un omaggio intenso.
Ripercorrerò la sua vena più intima, i suoi silenzi colmi di voce, le pieghe della sua carne e del suo cuore: il rapporto con la famiglia, l’amore per il marito Giovanni Battista Meneghini, l’adesione e la vocazione per i ruoli con i quali è passata alla storia, la passione per l’armatore greco Aristotele Onassis.
Una, cento, mille Maria. Un’unica Callas.
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